Truman
Un film sull’amicizia, sul l’affetto per i cani, sull’amore che non chiede nulla in cambio, proiettato sullo sfondo della consapevolezza della morte del protagonista.
Di come si possa vivere questo periodo, passata la prima fase di terrore; tema peraltro visitato già da molti altri.
Cesc Gay lo fa in modo leggero, sensibile mai retorico,mostrando che la morte non è annientamento senza senso, ma riscoperta.
Della vitalità dell’amicizia, dell’amore per il figlio, del rapporto simbiotico con il cane Truman, della liberazione del perdono delle proprie colpe e di quelle altrui, dell’accettazione e del distacco.
Lo annuncia con una frase che esce da un libro e lo trasforma nel motivo conduttore del film.
“La morte é come la nascita.”
Ecco allora il protagonista che si scusa con un vecchio collega per un torto passato, fino a giustificare l’amico e la propria fidanzata per aver fatto sesso; prende alla leggera il licenziamento ipocrita dell’agente teatrale; snobba le cure mediche e non si fa mancare dei bei bicchieri di vino rosso e delle ubriacature.
Ma un’altra frase segna ancora il racconto : la vita é relazione!
Ritrovare gli amici veri.
Ricongiungersi con un abbraccio senza parole con tutta la tenerezza e l’amore per l’unico figlio.
Parlare e raccontarsi al proprio cane.
Sempre con delicatezza e leggerezza.
Così come con serietà spensierata affronta pure l’organizzazione del proprio funerale.
E La vita scorre viva, sfuggente e commovente proprio nella prospettiva della propria morte che sarà inevitabilmente perdita degli affetti e abbandono.
Questa é la natura della morte: far diventare autentica la vita.
Ecco quindi che quando la morte mostra la sua faccia egli non si preoccupa di sè e per sè, ma per Truman il suo vecchio e affezionato cane. Una metafora sentimentale, ma non sdolcinata. Si preoccupa per la sua sofferenza, per il suo futuro, commovendo il pubblico non solo per quell’affetto in sé , ma in quanto in quella preoccupazione c’è tutta la possibilità e la forza liberatoria della vita vissuta come amore e relazione disinteressata.