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Le macerie e le speranze, tra una guerra quasi conclusa e la ricostruzione ancora lontana.
Ripresa aerea . Due fuoristrada bianche si inerpicano caure lungo una contorta strada delle brulle montagne balcaniche. Strade minate.
Guerra di Bosnia, anno 1995 . Una guerra paradossale come sará paradossale la giornata della squadra di cooperanti che non riescono a trovare una corda per liberare un pozzo d’acqua . Il film ripercorrendo le quotidiane vicende di una squadra del Soccorso umanitario ci mostra le macerie che rimangono sul campo e sulla pelle dei sopravvissuti.
Macerie che sono cumuli senza vita. Anche la memoria rifugge da esse. Anche lo sguardo le evita. Troppo odio senza un perché.
Pozzi d’acqua avvelenati da sciacalli dell’altra etnia, strade minate contro le forze di pace, orfani, famiglie sterminate dall’odio etnico, paesi sventrati.
La normalità é un concetto labile da queste parti; manca l’acqua, manca qualche metro di corda ; quella che c’è i bosniaci se la tengono per impiccarci i serbi supersititi.
Paesaggi alteri e luoghi inospitali. Severi e freddi come la morte che vi è stata seminata. Aridi come l’odio che ospitano. Belli e spigolosi come le genti slave.
Eppure il Film lascia fiorire una leggera normalità e una soave ironia : le donne che portano al pascolo le mucche nei campi minati, uomini che passano le giornate a ridere con le barzellette. Un soldato di guardia alla astratta bandiera bosniaca.
Mescolate le paure, il cinismo, la leggerezza, lo humor, la speranza e l’amore con la pazienza e la compassione : troverete lo spirito del film.
E’ una narrazione della transizione. Quel lasso di tempo in cui le cose non sono più quelle, ma non sono ancora quelle nuove. Che nel caso delle guerre assumono appunto le sembianze delle Macerie e i sentimenti delle speranze. Quell’intervallo in cui dalla desolazione emerge la rassegnazione degli sconfitti …..e lenta albeggia la fiducia di ritrovare ancora vivi i dispersi…….. Un’eco tra le montagne: Vita !
