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Underview movie's whispers
di Paolo Toniolo

I nostri ragazzi

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Sullo sfondo di un rapporto tra due famiglie di fratelli formali e borghesi, dentro a scene di interni eleganti e straripanti di oggetti di culto della buona cultura contemporanea va in scena il psicodramma di genitori e figli esposti al vuoto esistenziale mascherato da troppi pieni privi però di ogni riferimento .

L’avvocato parlaculo e senza scrupoli, con una casa molto “fashion” , si contrappone al pediatra empatico e pieno di problematiche etiche , che abita un appartamento apparentemente più semplice  dominato da una grande libreria che è la cifra della vita della coppia formata con una storica dell’arte .

Entrambi gli ambienti, pur diversi nella loro “modaiolità “, sono riempiti all’inverosimile di oggetti, mobili, quadri . Spazi che non consentono il vuoto e con lui il silenzio, ma compulsivamente ingolfati da un “rumore” di fondo che giustifica, spazialmente, l’incomunicabilità.

E la vita quotidiana si svolge pertanto inevitabilmente nella incomunicabilità resa nel film nella incapacità dei membri della famiglia di sedersi a tavola per pranzare tutti insieme; la televisione, il compute , il lavoro sono le “ragioni” che certificano l’impossibilità di parlars , relegando ognuno in una solitudine “perfettamente giustificata ” e organizzata .

I fratelli, diversi fisicamente e culturalmente, vivono un apparente e formale rapporto cordiale, sotto il quale si cela però il conflitto, il complesso di inferiorità e quello di supremazi , che costituiscono i riferimenti che danno vita alla storia.

Una storia narrata senza una colonna sonora (a parte in una breve sequenza di immagini ) per dare spazio ai dialoghi e quindi ai rapporti psicologici e umani che sono il terreno in cui essa si snoda .

Nel sottosuolo del film si snodano quindi carriere professionali che cercano un senso , dubbi etici irrisolti , incomunicabilità generazionale e personale, alienazione tecnologica, che sono ad un tempo la causa e l’effetto dell’esistenziale vuoto contemporaneo .

 

Questo film si muove tra molteplici e complessi temi che ormai coinvolgono tutta la società occidentale non tralasciando neppure l’ulteriore complicazione costituita dall’ingorgo di ruolo educativo tra madre e padre , laddove il pediatra rinuncia ad affrontare l’educazione del figlio lasciandola alla madre come una qualsiasi altra incombenza casalinga.

 

Ma ė sulla declinazione pratica dell’etica della responsabilità individuale, con le sue inattese contraddizioni, che il film si concentra, seguendo e guardando come i sei protagonisti riescono a viverla .

La violenza tragica, emulazione di quella frequentata in internet, espone i figli di entrambe le coppie ad una responsabilità gravida di pesanti e negative conseguenze.

L’orizzonte che si profila ė quello già da tempo noto, ovvero del male compiuto con banalità, del cinismo giovanile e dell’indifferenza di fronte alla tragedia .

Proprio il carattere tragico degli eventi rende evidente l’indifferenza ovvero l’incapacità di cogliere “le differenze” che può darsi solo quando il contesto é capace di offrire limiti, regole, ragioni che viceversa sono assenti tra i protagonisti, anche nella forma più basica ed elementare dell’autoritarismo genitoriale  in parte dovuto a distrazione, in parte a debolezza, ma sempre abilmente mascherato da impegni professionali e di carriera .

Il vuoto, il cinismo, la banalità che leggiamo nei giovani protagonisti sono lo specchio di quelli già presenti nelle famiglie stesse e più in generale nel mondo , esposti come siamo su un vuoto che compulsivamente tentiamo di riempire ma che nei fondamenti lascia tutti sguarniti proprio di quei “limiti, regole” esterni che non possiamo più trovare .

Ma a tutto ciò il film risponde con quella che è la grande sfida e opportunità dell’uomo contemporaneo, ovvero con la declinazione dell’etica della responsabilità .

I protagonisti, ognuno a proprio modo, offriranno le proprie istintive soluzioni.

Il pediatra è ripreso a contorcersi nel lungo, spoglio corridoio bianco abbagliante dell’ospedale, quasi a mostrarci il suo perdersi nella follia. Eloquente e suggestiva sequenza.

E Il finale, nella sua tragicità, è un tentativo di ricomposizione positiva che, lontanissima da canoni morali che viceversa sono i grandi assenti nel film come nel mondo, propone nell’etica della responsabilità personale e individuale la via per poter ” stare nel mondo” .

E inaspettata sará la circostanza che chi meglio saprà attuare un comportamento responsabile è l’avvocato , cinico e paraculo, e non il pediatra e la moglie, colti ed empatici.

Qui gli autori fanno propri gli esiti del grande “dibattito ” su questo decisivo tema , sulle lezioni di Hans Jonas, sul sapere che “il sapere ” non è sufficiente .

Ma non ci sono certezze, non ci sono vie tracciate: e infatti il film termina con il buio .

 


Trama
7
Fotografia
7
Colonna sonora
6
Voto finale
7

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