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Al di lá delle montagne di Jia Zhang-Ke
La Cina contemporanea raccontata attraverso gli abbandoni e le perdite. Quelle di Tao, che patisce dapprima il ritiro dell’ex-fidanzato e poi l’abbandono del rampante marito che la priva dell’ affidamento del figlio, chiamato Dollar, e infine la morte del padre ; sullo sfondo una grigia Fenyang , città natale del regista, con i suoi nuovi skylines di moderni palazzoni e gru in contro piano agli antichi cerimoniali funebri, al fiume gelato e alla vecchia miniera di carbone.
E quelle del figlio Dollar.
Suddiviso in tre steps, 1999, 2014 e 2025 per raccontare il dipanarsi del destino di una nuova era i cui esiti saranno appunto contrassegnati dalla perdita. Perdita della “memoria sociale”. Gettati e travolti dalla internazionalizzazione della globalità .
Un bagno generale di occidentalitá sottolineato dal film con una colonna sonora che, non a caso si intitola ……..Go West! E con quali conseguenze? Appunto la “perdita”!
Ecco Dollar, nel 2025, spaesato e sradicato, al colmo di dover ricominciare a studiare il cinese dimenticato insieme alle tradizioni della sua terra e ……persino al nome della madre Tao.
Le perdite della futura società cinese si intravedono nella spinta alla nuova libertà individuale. L’abolizione delle antiche tradizioni e delle loro regole , in aperto contrasto con la millenaria identità sociale cinese che tuttavia reggeva se stessa proprio rispettandole, è la pretesa della nuova libertà. Ma cosa farsene però ?
Ecco la domanda che alla fine si porrá il padre di Dollar messo di fronte alla sua ribellione individualista.
Ma la perdita della memoria delle proprie tradizioni riempita da tanta occidentalitá lascia inesorabilmente un vuoto, rilascia nostalgia, come ogni spaesamento.
E Dollar, in un finale lirico, si innamora della sua matura insegnante di cinese vivendo con lei un “de ja vú” : L’avvolgente e caldo rapporto con la lontana madre Tao.