Sono così rari i casi di ermafroditismo che ci spingiamo a creder che l’intento del regista, qui alla sua opera prima, fosse proprio solo quello di trattare di questo argomento ? O piuttosto l’intento non era più vasto e più sottile ?
Arianna infatti é un film sui “passaggi e sul cambiamento esistenziali”. Ci ricorda che siamo in continuo mutamento e in quella “sospensione” Lavagna scruta, osserva .
Lo sfondo si apre quindi sul passaggio dall’adolescenza alla maturità, un percorso compiuto in solitaria e in modi diversi un pò da tutti alla fine del quale non si è più quelli di prima .
Carlo Lavagna indaga proprio quello spazio tra due modi di “essere”.
E la protagonista deve affrontare una duplice sospensione; da un lato quella generazionale, che da bambina la dovrebbe condurre ad essere donna, e dall’altro quella biologica .
Al disagio psicologico di una diciannovenne che prova il senso di inadeguatezza rispetto alla propria generazione si accompagna quello esistenziale .
Al regista interessano entrambi. Sia il turbamento dell’essere ragazza che si trasforma in donna, ma soprattutto il dramma di chi si ritrova a non “essere”.
La condizione di intersessualità dell’ermafrodita la pone nella condizione di non poter Essere : né maschio né femmina .
Quindi appunto una sospensione che priva della propria identità la protagonista, che la relega nel non-essere e quindi la nullifica.
È su questo che Lavagna sottilmente lavora ed indaga, e lo fa occupandosi di quell’inciso giovanile e di quella eccezionalità sessuale la cui peculiaritá sottende una richiesta di identità molto comune e il conseguente senso di vuoto che fatalmente ne deriva.
Lavagna costruisce passo dopo passo questo incontro con il proprio destino fisico, psicologico ed esistenziale . Lo fa attraverso l’ambiguità del rito della caccia, i silenzi spaesati, i giochi giovanili. Attraverso la primordialitá dei paesaggi, delle rocce saline, dell’acqua termale e sulfurea.
E lo fa per bene . Immergendo nel finale la protagonista in quell’acqua primigenia che sgorga dalle viscere della terra, cosciente della vaghezza della propria identità sessuale, ma allo stesso tempo certa di incontrare prima o dopo il proprio Essere,indipendentemente e al di fuori dello schematismo di genere .
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