Qualcosa di nuovo
2016 anche l’industria del cinema si adegua, come quella del romanzo.
I film li guardano soprattutto le donne e quindi parlano soprattutto a loro e di loro, come in quest’ultima opera della Comencini.
Vorrà dire qualcosa però ? Certo che sì : le donne sono più attente dei maschi, sentono l’urgenza di indagare la propria interiorità.
Ed ecco che, puntuale, il numero di Ciak di ottobre è dedicato al “coraggio delle donne”, che ormai è il leit-motiv di molte pellicole non americane.
Ed è un coraggio a trecento sessanta gradi che la Comencini qui indaga nelle sue espressioni intimistiche e sentimentali.
Una commedia dell’equivoco, divertente ma illuminante.
Scopriamo che la donna non si accontenta più dei format sentimentali pressofusi dalle convenzioni : la donna si mette in gioco e sperimenta.
Coglie al volo una stravaganza del destino e prova a cucire nuove dinamiche erotiche ed amorose, magari con qualche senso di colpa, ma tuttavia determinata a non tornare indietro.
Nel film le due amiche quarantenni e single , Cortellesi e Ramazzotti, si innamorano entrambe di un ventenne, di un “toyboy”; seguiranno tanti equivoci, molti dubbi, ma alla fine le due tireranno dritto in barba alle convenzioni sociali. Ne sortirà un ménage a tre, tra due adulte e un ragazzo appena maggiorenne, privo però del senso della trasgressione e invece quasi ingenuo.
Le protagoniste sono entrambe in un momento delicato e di svolta della vita di una donna. Reduci dai rispettivi fallimenti matrimoniali realizzano di ” passare la prima metà della vita a fare progetti e l’altra metà a disfarli”. ” È come se nelle donne scattasse un dover-essere più forte che negli uomini, ma poi a metà strada scoprono che non funziona niente” : questa è la sintesi che dà del film la regista.
Ma nel film le donne non rimangono inermi, non si fanno risucchiare dal niente, rivendicando il diritto di sperimentare strade nuove.